Nelle settimane passate abbiamo imparato a quantificare, pianificare, valorizzare i nostri muscoli e gestire l’integrazione. Oggi vedremo le strategie per strutturare una “settimana tipo”, in funzione della modalità di allenamento svolto e del punto di partenza individuale.

Stilare un piano nutrizionale per un atleta che si prepara a correre una maratona comporta la valutazione di numerosi aspetti. Durante la visita e mentre preparo il piano nutrizionale sono molteplici le domande che mi pongo sull’atleta che ho davanti. Ha un obiettivo prestativo o vuole semplicemente arrivare in fondo? Che tipo di lavoro fa, sedentario o dispendioso da un punto di vista energetico? Com’è l’idratazione? Ed il sonno? L’alimentazione che aveva finora va corretta o c’è già una buona base? Quante volte a settimana si allena? Corre e basta o affianca un’attività di potenziamento muscolare, palestra o cross-training? Stiamo intraprendendo un percorso di dimagrimento o ricomposizione corporea (metto muscolo, tolgo massa grassa) durante la preparazione o abbiamo già un buon punto di partenza per strutturare una programmazione?

Durante la visita indago tutti gli aspetti necessari e valuto la composizione corporea tramite misurazioni strumentali (bioimpedenza e plicometria) che mi consentono di stimare il metabolismo basale, a cui sommo il dispendio calorico dato dallo stile di vita e quello dell’attività fisica. C’è chi corre 4 volte a settimana e basta; chi corre 4 volte a settimana, va 2 volte in palestra o fa cross-training; c’è chi corre 3 volte a settimana e aggiunge 3 giornate fra potenziamento ed altre attività (es. pilates, yoga, nuoto, bici). C’è chi lavora su turni, chi pranza sempre fuori o chi riesce a portarsi al lavoro qualcosa da casa, chi ha l’imprevisto per cui si trova a saltare un pasto. C’è chi si allena al mattino presto, chi in pausa pranzo e chi alla sera magari anche tardi. Queste sono solo alcune delle variabili che tengo in considerazione, senza contare gli aspetti comportamentali e psicologici: essere a mia volta una maratoneta mi aiuta molto sotto questo aspetto.

Le strategie che metto in pratica e suggerisco più frequentemente sono due:

In quale proporzione calibrare i macronutrienti? Dipende. In rete si trova tutto ed il contrario di tutto. Sapete che sono una fan dei carboidrati, ma le percentuali dei macronutrienti variano in funzione dei dati antropometrici e della singola persona. Potrei snocciolare percentuali e calcoli ma non voglio generalizzare: a questo proposito, mi vengono in aiuto le proteine per il seguente esempio. La letteratura ci dice che per discipline di endurance è sufficiente un apporto di circa 1.4-1-5g/kg/die di proteina e che assicurarsi almeno il 20% degli introiti calorici da componente proteica aiuta il recupero muscolare. D’altra parte, la letteratura ci dice anche che se siamo in una situazione di deficit calorico volto al dimagrimento dovremo salire anche a 2.0g/kg/die (di media) nell’apporto di proteine onde evitare il protein sparing, cioè l’utilizzo delle proteine muscolari per generare energia in assenza (o in situazione di forte carenza) degli altri macronutrienti. Con i numeri non si scherza: prima di fare conti o di inserire cifre o percentuali nelle numerose App disegnate per il tracking nutrizionale assicuratevi dunque di essere nel contesto corretto.

Quali sono dunque i messaggi da portare a casa?

Foto Cover: Daniele Furlanetto

Scritto da
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Elena Araldi

Biologa Nutrizionista da Milano


Club: A.S.D. Pfizer Italia Running Team
Allenatore: Julia Jones

La mia disciplina
Training funzionale Allenamento potenziativo 10 km Mezza Maratona Maratona Fitness
Ultra maratona Ultra trail run

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