La cosa più difficile che in questi giorni mi è successa, è stata quella di spiegare alla mia Anna (di 4 anni) che non poteva abbracciare un’amichetta. Come con gli appestati. Poi ci rifletti e potenzialmente lo siamo tutti. Potenzialmente, dove l’ago della bilancia è un tampone, costoso e raro, che può distinguere i sani dagli untori.
Come si spiega ad un bimbo, a cui hai sempre cercato di insegnare come vivere le proprie emozioni, di non esprimersi? Non è davvero facile e noi genitori cerchiamo di trovare soluzioni creative a problemi che di banale non hanno proprio nulla.
A noi popolo di drogati, perché è evidente che siamo dipendenti da sostanze chimiche autoprodotte, la situazione potrebbe paradossalmente sembrare più difficile rispetto agli altri. Noi, abituati a vivere nel mondo come privilegiati, sempre in una sorta di risolutivo equilibro, oggi ci troviamo in asfissia, un’astinenza che cerchiamo di risolvere nelle modalità più disparate.
Escludendo gli atleti last minute, che probabilmente hanno finito Netflix o altri sistemi di video streaming, noi corriamo (o pedaliamo o nuotiamo) perché ce lo chiede il nostro corpo. Perché l’abbiamo abituato a robbabbuona negli anni e soprattutto abbiamo abituato noi stessi a vivere la libertà di percorsi inediti, di orari assurdi, di strade nuove per non annoiarci di spingere sui piedi o sui pedali.
Io sono assolutamente fortunato per almeno tre motivi:
- ho un lavoro che mi consente di operare al 100% online e di usare la tecnlogia (la stessa che molti additavano come cattiva) per mantenere rapporti professionali e personali
- vivo in un quartiere residenziale senza traffico e con un giardino che consente di simulare che va tutto bene
- ho un percorso di strade che sembra un campo CONI dove posso allenarmi stando in “prossimità” di casa mia, nonostante le restrizioni della regione Veneto
Per chi non è così fortunato il Corona Virus Time ha portato il beneficio di scoprire che la tecnologia NON è per forza il male così come ci sono un sacco di attività che si possono fare indoor. Yoga, HIIT, salto della corda, Pilates, corpo libero, rulli… ormai i social network sono invasi di new coach che hanno dedicato il loro tempo per trasmettere la loro passione. Persone che hanno sempre dedicato impegno alle loro attività sportive indoor e che adesso hanno trovato un nuovo “mercato” per poterle condividere.
Corsa, endorfine o semplice movimento quotidiano. Sono estremamente convinto che la chiave di volta per ritrovare il nostro equilibrio non sia rinunciare all’attività ma declinarla all’interno dell’universo delle possibilità che abbiamo. Voglio dire... le teorie Darwiniane da sempre hanno decretato che la “razza” superiore non è quella più forte o più veloce, ma assolutamente quella in grado di adattarsi ai cambiamenti nel modo più efficace ed efficiente possibile.
Tutto fisico? Tutto movimento? Per chi in questo infausto periodo si trova disponibilità di tempo imprevisto, sicuramente oltre agli esercizi in streaming ci sono tante altre attività utili da fare. Quali? Volontariato, leggere, ascoltare musica, meditare, formarsi… insomma cogliamo l’occasione per “diversificare”: non è davvero tutto male quello che ci sta succedendo.
Grazie a chi è arrivato sin qui!
ps: a me questa immagine ricorda tanto una scena di Amarcord in cui uno dei protagonisti grida al mondo...