Ormai è quasi un decennio che girovago nel mondo della corsa e da un po’ meno che ho la fortuna di far parte della famiglia ASICS. Ho letto centinaia di recensioni (resto comunque un NERD, non sono bit ma dettagli tecnici) e ne ho scritte probabilmente una dozzina.
Tendenzialmente si parla di suola quando si fa una valutazione della scarpa da trail running, ove quelli bravi spiegano che in base al terreno sarebbe corretto avere una scarpa con la giusta suola. In questo particolare caso si parla di forma più che di grip: la roccia ha bisogno di una suola più morbida ma protettiva, il fango di una suola più aggrappante e via così.
Raramente si leggono recensioni o richieste relativamente alla suola per una scarpa da running tradizionale, anche se i produttori ci investono comunque milioni di euro.
Ma quanto è importante la suola e il suo grip?
Questo post è nato stamattina: avevo un fartlek e - nonostante le Novablast praticamente nuove - avevo poca trazione, ovvero il grip non attaccava in modo ottimale. La sensazione peggiore era soprattutto nella transizione tra il chilometro lento (5:00) e quello più veloce (4:00). Già a quattro (per me una velocità considerevole, per un pro siamo su un passo medio/leggero) sentivo che la rullata del piede perdeva qualcosa.
Oltre alla sensazione di disequilibrio, la mia testolina si è messa a ragionare sul fatto che stavo perdendo potenza. I tamarri o le tamarre tra noi (o i fan di Fast & Furious) sanno benissimo che se sgommi non arrivi primo sul quarto di miglio.
Diamine… stavo sgommando! Ma questo non perché ho troppa potenza (mica sono Lorenzo Grillo) ma perché non avevo aderenza. Stamattina presto a Rovigo aveva piovuto, dopo settimane di siccità, e la strada aveva una patina oleosa.
Ma torniamo alla trazione e rimettiamoci il camice dello scienziato. Ipotizzando che:
- Stavo viaggiando a 4 minuti al km = 240 secondi al km = 0,24 secondi al metro
- Con una cadenza di 180 passi al minuto…
- … che fanno 720 passi al pm…
- … e quindi fanno un passo da 1,39m
E ipotizzando che ogni passo perdi 1 cm di trazione, ne consegue che:
- La mia falcata sarebbe da 1,39m + 1 cm (che ho perso) = 1,40 m al passo
- 1,40m x 180 passi / minuto = 252 m al minuto
- Che equivale a 1.008 m, ovvero in 1 km ho perso 8 m
- 1008 : 1000 = 4 : x -> x = 3,97 minuti al km = 3:58 minuti al km
Chiunque di noi che ha affrontato una gara sa quanto siano preziosi 2 secondi al km. In una maratona significa oltre 80 secondi in meno, in una mezza 40. Spesso lottiamo per cifre inferiori per abbattere il nostro personal best.
Da quando è uscito l’ASICS AHAR probabilmente è la prima volta che provo una sensazione simile, molto vicina alla sensazione di un fondo ghiacciato. Però mi ha fatto molto riflettere sull’importanza della ricerca tecnologica della suola, la parte più invisibile delle nostre amate scarpe da corsa.
Ovviamente il materiale della suola non è tutto: come gli pneumatici la resa del materiale è caratterizzata dalla forma e dal taglio che presenta. Nella stessa famiglia ASICS troviamo forme di suole molto diverse.
La DS Trainer per esempio, presenta canalature ridotte e piccoli chiodini morbidi, mentre la Magic Speed ha una tramatura a cerchietti come anche le METASPEED™ SKY. Le altre sostanzialmemte sono costituite da onde di gomma scanalata (AHAR), con diversi livelli di durezza e un contatto totale con il terreno: i rialzi solitamente presenti all’interno del parte mediale del piede stanno sparendo.
ASICS GEL-KAYANO 29
ASICS NOVABLAST 3
In questo caso una suola davvero particolare, con una curvatura e una sorta di trampolino presente sotto all’avampiede. Se vuoi leggi la mia recensione delle Novablast 3.
ASICS MAGIC SPEED 2
ASICS METASPEED™ SKY
ASICS GLIDERIDE 3
La scarpa da corsa NOVABLAST™ 3 presenta una decorazione a origami di tipo geometrico per la tomaia e l'intersuola. Non solo...
Acquista oraIn copertina foto di Andy Astfalck.
Scritto da
Riccardo Mares
Chief Operating Officier da Rovigo
Gruppo di età: M45
Club: Run It
Allenatore: Laura Biagetti